Si chiama cafone, ma è così buono da poter andare davanti al re!
Qui nella Bottega di Gragnano portiamo avanti una tradizione antica, quella dei mugnai e panettieri della Valle dei Mulini. Il nostro cafoncello è fatto secondo un’antica ricetta, la stessa che usavano i nostri nonni e, ancor prima, i loro nonni.
La particolarità di questo pane è data dalla tradizionale doppia cottura: la prima per far cuocere e crescere la parte interna; la seconda per dare croccantezza esterna. Questo dà vita a un pane con una mollica molto soffice e profumata, con una crosta più spessa del normale e dalla croccantezza unica.
Il suono che il cafoncello fa al taglio – e al morso- è una melodia antica e soave, la stessa del pane che facevano i fornai di un tempo: è come fare un salto nella storia!
E facciamolo, questo salto
Ma se è così buono e pregiato, perché si chiama cafone?
Per capire l’origine di questo nome dobbiamo tornare indietro nel tempo.
Nel lontano 1700, questo pane veniva fatto dalle classi sociali più povere e che abitavano la provincia.
Senza alcun taglio o incisione sulla superficie esterna e con una crosta più spessa, che trattiene l’umidità al suo interno, è un pane dall’ottima conservabilità: l’ideale per le classi più povere del tempo. Visto che agli occhi dei cittadini di Napoli questi panettieri erano dei contadinotti ignoranti e cafoni, anche il loro pane prese questo aggettivo.
Cafoncello a chi?
Nonostante il nome quasi dispregiativo che gli fu dato, questo pane conquistò tutti a tal punto che, dopo più di 300 anni, è diventato un prodotto di eccellenza e simbolo della panificazione campana.
Nella Bottega di Gragnano dei fratelli Vanacore puoi mangiare uno dei migliori pani cafoni, reso ancor più buono dagli ingredienti con cui lo farciamo: tutti prodotti di eccellenza dei Monti Lattari, dai salumi ai latticini.
Ma non credeteci sulla parola: venite in una delle nostre Botteghe e metteteci alla prova. Il vostro palato vi ringrazierà!
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