Rosso vivo, forma allungata e spongillo finale.
Descrizione perfetta di un curniciello portafortuna…o qualcosa di altrettanto radicato nella cultura campana: il pomodorino del piennolo.
Intrecciati in un grappolo (schiocco) e appesi al soffitto per conservarli, queste ghirlande rosso acceso penzolanti (piennolo, appunto) colorano i lunghi mesi invernali, insaporendo qualsiasi piatto. Tanto, stanno bene su tutto.
Un iconico pezzo d’arredamento che non dovrebbe mancare in nessuna casa.
IL MITO DELL’INTRECCIO
Chi ha avuto l’idea di conservarli così?
Possiamo solo affidarci all’intreccio tra storia e leggenda: una di queste narra che a Torre del Greco, quando i pescatori partivano per il mare, le loro mogli iniziassero a intrecciare qualsiasi cosa capitasse loro a tiro per tenersi in allenamento (abituate a farlo con le loro reti da pesca).
E un giorno, evidentemente…
LE ORIGINI
L’unica cosa certa è che il pomodoro del piennolo ha fatto un lungo viaggio: il vicerè del Perù, in occasione dell’incoronazione di Re Ferdinando IV portò in dono dei pomodori che furono piantati alle pendici del Vesuvio, zona estremamente fertile.
E quisi sentirono a casa, tanto da adattarsi perfettamente all’ambiente e al terreno lavico del Vesuvio, ricco di minerali, acquisendo le proprietà organolettiche che lo rendono così speciale: una buccia spessa color rosso scuro, polpa compatta e soda, sapore intenso grazie alla concentrazione di zuccheri e acidi, che aumenta con il passare del tempo.
Che voglia condire un piatto di pasta, una pizza, insaporire secondi piatti o essere gustato nella sua naturalezza, sul suo utilizzo in cucina c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Ama essere abbinato a prodotti della sua terra: riconosce la pizza di Gragnano come sua naturale anima gemella e così nasce la nostra Barzanell!
Comments