UNA BOTTEGA: RADICI FORTI, SLANCIO VERSO IL FUTURO
La convivialità, un’esperienza in via d’estinzione, pensata nella sua accezione primigenia. Momento di unione, commistione, integrazione. Il semplice scambio di un parere di una “chiacchiera da caffè”, tra conoscenti o - perché no – estranei, è pratica sempre più rara, quasi un disturbo al più diffuso, e intimo, rapporto con la tecnologia.
Dove è finita la bella convivialità di una volta, quando un semplice bottegaio diventava catalizzatore di opinioni, idee, credi, e la vendita di un prodotto diventava un fatto collaterale?
ALLE ORIGINI ETIMOLOGICHE DELLA BOTTEGA.
L’antica apotheca – in Grecia apothéke – era un semplice deposito, la cui ragion d’essere, sul piano squisitamente etimologico, derivava dal verbo apotithénai, vale a dire “mettere da parte”. In ambiente romano, l’apotheca – a proposito, vi dice qualcosa il termine puteca? – indicava la dispensa, un deposito dove venivano conservate le derrate alimentari. Chiaramente, questa sua indole fortemente legata alle abitazioni private, ne conferiva una connotazione molto familiare.
UN LUOGO DI SCAMBIO: COMMERCIALE E CULTURALE.
Solo nel tempo, la bottega, è divenuta un luogo di scambio e accoglienza, dove la fidelizzazione era strettamente imparentata alla familiarità.
Solo in epoca medievale, l’apoteca (poi divenuta bottega) va a configurarsi semanticamente come un locale pubblico nel quale si praticava lo scambio di merci o l’attività artigiana. In questo senso, andò a sostituire la taberna, quest’ultima spostatasi ad indicare quella che noi oggi chiamiamo osteria.
Di lì in avanti, incarnò alla perfezione il centro economico di una comunità. L’apprendistato avveniva in bottega, ed ogni genere di necessità la si trovava in bottega. Nel tempo, ciò che avveniva in bottega divenne assimilabile al concetto di artigianalità, dunque, “manifattura” di pregio.
L’ERA INDUSTRIALE: LA BOTTEGA, LUOGO DI CONSERVAZIONE DEL “SAPER FARE”
Con l’avvento della rivoluzione industriale, e della cosiddetta “serialità”, la bottega ha dismesso, progressivamente, il suo ruolo centrale nell’economia cittadina.
In Italia, la valenza primigenia della bottega, è sopravvissuta almeno fino agli anni 80 del ‘900. Sostituita ineluttabilmente da nuovi centri del “potere” consumistico.
Oggi, come in un impeto di nouvelle vague, la bottega è un luogo/museo, dove si preserva la qualità, l’attenzione al particolare, in sintesi, il “saper fare”.
LA BOTTEGA: LA NOSTRA INTERPRETAZIONE
La Bottega di Gragnano è la nostra risposta al più imperante - anglofono – Store. Un termine impersonale, freddo, che incarna lo spirito consumistico di un mondo dal quale ci sentiamo fortemente distanti. In noi, la bottega, torna ad essere un luogo dove gli scambi di valore sono protagonisti. Dove la “lentezza” dà spazio all’intersecarsi di anime in costante movimento, bisognose di fermare il mondo anche solo per un momento. Un luogo dove ritrovare gusti perduti e preservare le nostre radici.
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